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Incontro 14 giugno

IL prossimo sabato 14 giugno abbiamo pensato di rivederci per un incontro durante il quale saranno commemorati i tre militari (Lorenzo De Ruva, Maurizio Masiero, Adriano Beggio) morti a Valle Musi il 28 settembre 1987. La cerimonia sarà così programmata:
– ore 10.15 raduno presso la chiesetta ANGET Camp 57 a Moimacco
– ore 10.30 Alza Bandiera
– a seguire discorso introduttivo seguito dallo scoprimento della targa che commemora i nostri tre sfortunati commilitoni, apposta
sul monumento ai Caduti all’esterno della Chiesa
– 10.40 onori ai Caduti
– Preghiera del geniere
– 10.50 I convenuti si accomoderanno all’interno della Chiesa per il discorso commemorativo e di celebrazione, e per la illustrazione, da
parte del Presidente ANGET, delle peculiarità del luogo che ci ospita.
– 12.30 i convenuti confluiranno presso il ristorante “Il Cardinale” di Remanzacco per il pranzo conviviale
Al più presto le adesioni grazie! Paolo Blasi (blasipaolo51.bp@gmail.com cell. 3396391778) Altri contatti di organizzatori: Sapia, De Santis, Francaviglia. A presto!!!

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incontro giugno 2023

 

 

 

 

 

 

 

Carissimi, sabato 17 giugno 2023 presso il comprensorio Logistico Addestrativo del Cormor  attualmente gestito dal 3° Rgt. gua,. che ci ha gentilmente autorizzato l’ingresso, un cospicuo numero di militari già in forza al 5° Btg, g. p. “Bolsena” si è riunito intorno alla lapide che commemora il Ge. Marchetti dove è stata deposta una corona.

E’ seguito un pranzo presso il ristorante Belvedere di Tricesimo.

Di seguito le allocuzioni pronunciate dal sottoscritto: la prima davanti alla lapide la seconda alla fine del pranzo;

Cari amici, il cammino che ci ha portato a questa lapide è stato un po’ – come era nella nostra mente quando lo abbiamo organizzato – uno struggente  viaggio indietro nel tempo, infatti  lo abbiamo affrontato con nella mente un passato non più tanto recente, in cui credo si siano affollati pensieri discordanti, in cui nostalgia e rammarico si avvicendavano, in cui la voglia di rivivere alcuni tratti della nostra gioventù si alternavano alla constatazione del tempo che passa. Già il tempo, che è rotolato via in modo inarrestabile e veloce, ha lasciato nei nostri animi il desiderio di fermarlo tramite questi nostri incontri in cui i volti dei nostri amici, che osserviamo con curiosa insaziabile cura, ci rimandano ai tempi in cui questi luoghi erano per noi il simbolo del nostro lavoro, della nostra fatica ma anche della nostra soddisfazione. Ecco allora che, venendo qui, siamo passati davanti a quella che a quel tempo era la palazzina comando, in cui mentre i Comandanti si avvicendavano Albano, Massafra e Franz rimanevano a stuzzicarsi in un simulato contrasto, sempre però nello spirito di cameratismo e dedito alla costruzione di edificanti risultati; in cui nel retro del piccolo circolo ufficiali l’onorevole Zamberletti, mai dimenticato, ha messo le basi per la ricostruzione post terremoto dandoci mezzi e possibilità adeguati, in cui ondeggiava al vento l’antenna del baracchino di Trullu, (l’ho citata anche perché l’ho vista ondeggiare parecchio quando nel settembre del ’76 il terremoto si è fatto risentire con imperiosa virulenza, vanificando parecchi lavori di ripristino avviati),  abbiamo calpestato l’asfalto che Radice si ingegnava a cospargere con maleodoranti spruzzi di olio esausto al fine di limitare e  addomesticare il rilascio abbondante dei fiocchi impalpabili e leggeri  che i tanti  pioppi producevano per assicurarsi il proseguo della propria esistenza, pioppi che ombreggiavano il nostro cielo attualmente purtroppo sgombro e assolato. Un altro protagonista è stato Sapia, lo abbiamo incontrato (sempre nei ricordi) nella baracca FCU, nel deposito carburanti senza dimenticarlo nella sua funzione principale di operatore di natanti a motore (era quello che si chiamava quando c’erano operazioni importanti), e poi l’officina leggera di Di Paolo e Ciullo, il posto manutenzione di Luciano Mei, l’ufficio auto di Pietro Semeraro e dietro il gruppo C (regno di Massafra). I magazzini dei ponti Bailey e Krupp M.A.N. Le tettoie degli automezzi e mezzi del genio (erano se non ricordo male circa 250 di tutte le più svariate tipologie), la salita alla zona 6 dove gli operatori si addestravano. So che nelle nostre menti c’è il ricordo delle tante ore trascorse in questi luoghi per addestramenti, istruzioni, scuole guida, manutenzioni, approfonditi interventi di pulizia che i tre Battaglioni compivano, ognuno nell’area assegnata e poi ispezioni guardie e le lunghe ore trascorse a predisporre mezzi e materiali per interventi di pubblica calamità o più semplicemente di pubblica utilità, infatti da qui partivano le interminabili colonne che portavano nelle varie sedi sia addestrative che operative i mezzi e materiali per svolgere le numerose e onerose attività a cui eravamo chiamati, e al di là del Cormor (presso il campo sportivo) celebravamo ogni anno la nostra festa (la cui data è peraltro imminente) in cui offrivamo alla nostra arma le fatiche che le predisposizioni di tale ricorrenza comportavano.   Ed ora siamo qui davanti alla lapide di Marchetti, soldato del 5° Rgt G. morto nel ’61 ucciso dell’alta tensione scaricatasi sul suo povero corpo per l’impatto che la sua gru  aveva avuto con i cavi elettrici. Però la corona che depositeremo non vuole onorare solo lui ma tutti quelli che come lui hanno perso la vita per la nostra mai troppo celebrata nazione, per tutti quelli, in particolare i nostri, che hanno donato le proprie giovani vite almeno nell’illusione di lasciarci un mondo migliore, e per quelli che ci hanno preceduto e che, sono sicuro, stanno qui tra di noi invisibili presenze attuali nei nostri ricordi. E l’eredità che ci lasciano e che sono sicuro che vogliamo raccogliere e che cerchiamo di evidenziare in questi nostri incontri ritengo sia la volontà di costituire un baluardo (speriamo non sia l’ultimo) che possa arginare il dirompente dilagare del malcostume sia fisico che soprattutto morale che invade larga parte della nostra affollata umanità. Vogliamo celebrare i buoni sentimenti: la lealtà, l’onestà, la voglia di costruire e di impegnarsi, il rispetto per il passato, il rispetto di tutte le buone tradizioni che hanno posato le fondamenta su cui il nostro popolo ha costruito la sua grandezza. …che rimane, ancorché flemmatizzata da venti troppo dediti all’esteriore. E allora tutti insieme rivolgeremo un deferente e rispettoso omaggio ai nostri defunti perché in loro vediamo rappresentato il “Nostro” passato. Ecco durante la piccola cerimonia della deposizione sicuramente mediteremo in silenzio rivolgendo i pensieri ai buoni sentimenti che, lo sento, hanno cadenzato le nostre vite e agli ostacoli che durante queste vite abbiamo superato e allora Impervia Cedant. 

 

Due parole per concludere: questo gruppo esiste come sapete da quando nel 1991 il Bolsena è stato trasferito a Foggia ed è stato fortemente voluto (e lo è ancora) soprattutto per la ferma volontà di alcuni signori che ebbero la bella intuizione di crearlo e mi riferisco tra gli altri soprattutto a Giuseppe Sapia che in tutti questi anni ha sostenuto e incoraggiato questi eventi , ha smussato spigoli, ha dato impulso con telefonate e incontri senza mai ostentare, con discrezione e moderazione e vi dirò che senza di lui forse il gruppo non avrebbe resistito tanto: infatti dal 1991 sono passati la bellezza di 32 anni e ritengo che  il termine ex del Bolsena sia da aggiornare visto che anche il “Bolsena” come denominazione non esiste più quindi noi siamo “quelli del Bolsena” senza quell’ex che non ha più motivo di essere !!! Inoltre volevo ringraziare voi tutti che con la vostra presenza (e con il vostro entusiasmo) giustificate la permanenza in vita di questo gruppo (non dimentico le signore che hanno condiviso e continuano a condividere i nostri destini). E nella speranza di incontrarci ancora tante volte in futuro ritengo che sia il momento di pronunciare il nostro motto con lo stesso fervore con cui Francesco Allegretti ci trascinava: Impervia Cedant”

 

Volevo inoltre  ringraziare nel modo più sentito il Presidente ANGET Giuseppe Munno che non solo è intervenuto dando ulteriore lustro all’evento ma ha anche fornito strumentazione di amplificazione necessaria a sottolineare nel modo più adeguato i momenti significativi della piccola celebrazione Grazie Presidente!

 

Paolo Blasi

 

Sul n.2/2023 del notiziario ANGET c’è un articolo dedicato al nostro incontro!

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Incontro dell’8 settembre 2019

 

 

 

 

Paolo Ferrari mi ha inviato l’articolo pubblicato sopra! Grazie Paolo

 

Ho commemorato i tre militari deceduti a Valle Musi nel 1984 per folgorazione. L’episodio ha visto coinvolti due genieri e un guastatore e la commemorazione ha coinvolto  la gente del 5° Bolsena e quella del 3° Verbano alle quali si è aggiunta quella del 1° Garda. Il Comandante Col. Renganeschi (a cui va tutta la mia gratitudine e il mio saluto più cordiale) ci ha ospitato in modo impeccabile e coinvolgente. Grazie Comandante!

Il brutto tempo non ha limitato la nostra commemorazione che è avvenuta con grande successo per la quantità e la qualità degli intervenuti. (Tra gli altri c’era la M.O.V.M. Paola Del Din)  Ho tenuto il seguente discorso:

 

discorso di commemorazione

Si erano alzati di buon mattino quel 28 settembre del 1984. Il futuro era spalancato davanti a loro e nei loro animi le speranze, le ambizioni, le aspirazioni costellavano i loro orizzonti che sapevano di giovinezza, di allegria, di generosa predisposizione, insomma tutto era positivo, compresa quella lezione di tiro che cadenzava la vita del soldato e che non faceva parte delle consuetudini del geniere, che veniva addestrato a costruire, a scavare, a trasportare, a manovrare grosse macchine movimento terra e un numero ragguardevole di strumenti e attrezzature per interventi di ogni tipo per calamità e per pubblica utilità. Ma che era (ed è) fondamentale per la propedeutica del soldato. Tutti e tre erano saliti sui rispettivi mezzi di trasporto, Lorenzo e Maurizio come conduttori, e Adriano per svolgere la propria mansione di addetto alle trasmissioni. I CM 52 avevano trasportato, lenti ma sicuri, tutto quello che serviva per effettuare la lezione, soprattutto i soldati che sui cassoni erano stati condotti sulla linea di tiro. Il 3° Verbano aveva fornito il nucleo trasmissioni che Adriano caporal maggiore, coordinava, dando così supporto al 5° Bolsena (siamo sempre stati affratellati nella buona e nella cattiva sorte) per realizzare i collegamenti radio con la Caserma (Spaccamela). Era necessario installare un’antenna che doveva ampliare il raggio d’azione delle radio in dotazione e permettere di raggiungere la sede lontana circa 30 Km. Dopo che gli autocarri erano stati allineati nel parcheggio dell’area addestrativa, per i conduttori iniziava un lungo periodo di attesa che sarebbe terminato a fine giornata addestrativa quando avrebbero dovuto ricondurre il distaccamento in sede. A qualche centinaio di metri si effettuavano tutte le predisposizioni per la lezione di tiro, e la preparazione doveva essere accurata e seguita con attenzione e concentrazione. Anche il nucleo trasmettitori si dava da fare per sistemare le proprie attrezzature, compresa l’antenna che doveva essere innalzata. Perciò quando il C.M capo nucleo chiese ai conduttori  un aiuto per effettuare l’operazione, questi furono ben lieti di dare una mano, sia perché all’età dei nostri ragazzi il cuore è generoso e impetuoso, poi per quella sorta di fratellanza che si crea nel nostro ambiente (e oggi noi qui credo che ne siamo testimonianza).

Comunque questa partecipazione, questo offrirsi alla fatica per aiutare il commilitone quando ha bisogno è stato sempre l’emblema, l’etica, la peculiarità della nostra vita professionale: quando il commilitone chiama si corre senza neanche considerare per un momento la possibilità di tirarsi indietro.  Solidarietà, altruismo, lealtà  e dedizione, questo era (ed è) il fondamento della nostra cultura comune. E allora forza, tutti intorno al palo per sollevarlo e toccare il cielo! Ma il cielo quella mattina era particolarmente lontano per   quei ragazzi: erano in sei intorno all’oggetto (due guastatori e quattro pionieri) e a nessuno venne in mente di guardarlo quel cielo: se lo avessero fatto avrebbero potuto vedere che sopra le loro teste, a limitarne l’azzurro, c’era quel cavo elettrico sospeso sul loro destino, un cavo da 15000 V.   L’antenna sembrò animarsi di vita propria e si drizzò violentemente (così ci hanno raccontato i superstiti). La terribile scarica attraversò i loro corpi. Il tragico dito del fato indicò tre vittime e tre superstiti senza un’apparente logica se non quella dell’imperscrutabilità dei disegni celesti. Adriano Beggio, Lorenzo De Ruva e Maurizio Masiero rimasero a terra privi di vita cancellando in un attimo il loro futuro pieno di speranze e di progetti, lasciando nella costernazione tutto il mondo che li circondava, supportava ed amava. Mi ricordo che il saluto dei componenti di quello scaglione (e di quelli che li precedevano e seguivano) all’atto del loro congedamento fu particolarmente toccante e vibrava in ogni animo un sentimento di partecipazione e di solidarietà. Ecco qui e adesso ci stiamo facendo largo tra le nebbie del passato per trarre da questa immane tragedia insegnamenti e motivi di coesione, quella stessa solidarietà, quella coesione, amalgama, reciproca assistenza che il sacrificio di questi ragazzi vuol celebrare e affermare in modo imperioso e inequivocabile e  con la corona che abbiamo deposto mi piace pensare che abbiamo unito tutto questo oltre ai nostri buoni sentimenti, la limpidezza delle nostre vite, i tanti sacrifici che abbiamo affrontato. Unisce anche noi davanti a questo simbolo che vuol onorare la memoria di tutti i caduti, noi che proveniamo da diverse origini forse ma che i risultati da perseguire, gli obiettivi da raggiungere  ha fortemente coeso e saldamente affratellato. Grazie di essere qui, grazie a chi ha permesso che accadesse questa commemorazione e un grazie particolare al C.te Col. Riccardo Maria Renganeschi che ci ospita in questa magnifica struttura e ai suoi collaboratori e ancora grazie a tutti voi (Pionieri Guastatori, Minatori, Fotoelettricisti e Mascheratori, così ben rappresentati dalle nostre associazioni d’arma) perché con la vostra presenza testimoniate il forte desiderio, oltre che di celebrare i nostri cari defunti, di perpetuare l’amicizia e la stima  non sempre espresse ma sempre provate, che ci hanno condotto qui tutti insieme con mostrine diverse sì ma sempre e comunque proiettati al bene della nostra nazione, all’ombra della nostra gloriosa Bandiera che avvolge l’anima dei nostri Caduti Viva il genio, viva l’Italia

Gen. Ridinò

Ancora Lui, grazie Generale!
https://newsicilia.it/sicilia/rubriche/intervista-al-generale-ridino-primo-appuntamento-putin-xi-jinping-netanyahu-e-adesso-anche-trump-lanciati-a-cambiare-la-geopolitica-mondiale/1002339/

https://newsicilia.it/sicilia/rubriche/intervista-al-generale-ridino-terzo-appuntamento-equilibri-e-conflitti-internazionali/1002532/?fbclid=IwY2xjawJd8IhleHRuA2FlbQIxMQABHgBoo6klcAqeNmDoRRz9BbDNakfv1qCK_CFK9PiPTGe8RXnpMDdvSTfzK2Wm_aem_jweEhytpycGVtT3a_dHk

Il 5° Reggimento Genio sul Pausbio

Tito Tolla e Marco Pajaro, nostri sempre attivi commilitoni entusiasti e indissolubilmente legati al nostro “Bolsena, ricercano in modo encomiabile tracce e reperti che attestino il glorioso passato del nostro Reparto e ci vogliono rendere partecipi di quanto a seguito:
Sabato 8 febbraio 2025, uno sparuto gruppetto di Ufficiali del Genio, ha reso visita all’ ossario del Pasubio e all’annesso museo della Prima Armata.
La presenza di alcuni, “già” Ufficiali, in servizio al Quinto Genio e’ stata resa nota allo squisito dottor Periz, Presidente della Fondazione che cura queste strutture.
Per la prima volta da quando è attiva la fondazione, almeno a sua memoria, è la prima volta che membri del reparto che progettò e costruì la Strada delle 52 Gallerie, sono stati presenti presso queste strutture.
Termino estendo l’invito che ci è stato fatto, di partecipare alla commemorazione del 6 luglio 2025.
Basco del Quinto obbligatorio!”

 

Col. Romeo

 

 

 

 

Con profondo rammarico e sgomento devo comunicare che Il Col. Antonino Romeo la mattina del 27 dicembre 2024 ci ha lasciato.  Ritengo di interpretare il pensiero dei noi del “Bolsena” nell’esprimere ai familiari le nostre più sentite condoglianze. R.I.P.

Il funerale di Romeo è stato  celebrato lunedì 30 dicembre 2024 alle 15,30 nella chiesa di San Pio X. La salma è stata esposta dal pomeriggio del 28/12 nella casa mortuaria Mansutti via Calvario.

https://necrologie.messaggeroveneto.gelocal.it/necrologi/2024/981201-romeo-antonino?data_a=2024-12-29&data_da=2024-12-27

Vincenzo De Luca

Il Gen. Vincenzo De Luca, che insieme allo scrivente Paolo Blasi era  in zona di operazioni  di soccorso per il terremoto Campania Irpinia nel periodo novembre gennaio ’80 – ’81 ci rende partecipi dei suoi ricordi che ritengo preziosi e senz’altro da condividere
5° Battaglione Genio Pionieri “Bolsena” – Terremoto Irpinia 1980.
Altro reperto storico uscito dai meandri dei  cassetti del nostro Generale : Ponte Bailey DS realizzato dalla 1^ Compagnia nel basso Cilento, sulla strada comunale Laurino – Piaggine. Credo che il periodo fosse gennaio del 1981.

Giorgio Ferrato

Giorgio Ferrato, nostro commilitone guardate un po’ cosa ha combinato!!!!!!!

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Indirizzo email

Comunico che questo sito degli ex del Bolsena è stato aggiornato relativamente ai contatti, grazie alle cure di mia figlia Elena  e al gestore che mi ha permesso di accedere all’indirizzo email: info@quintobolsena.it  che ora è operativo. Grazie e in attesa di ulteriori comunicazioni mando un caro saluto a tutti i genieri Paolo Blasi